Ho il cellulare in tasca, vibra e, come mia abitudine, rispondo senza guardare lo schermo. Mi piace scoprire chi mi sta chiamando sentendone la voce. Quella che mi saluta é una voce nota ma che non sento da molto tempo. Ci siamo conosciuti parecchi anni fa e da allora, nonostante non ci si frequenti di persona, non ci siamo mai persi di vista e risentirsi é sempre una gioia. Oggi però percepisco subito che manca la frizzante vitalità che contraddistingue abitualmente il suo conversare. Mi racconta della solitudine a cui è costretta in casa, del lavoro ormai fermo da più di un mese, dell’incertezza per il suo futuro, ma ciò che maggiormente le mette angoscia é il timore di ammalarsi che, a seconda delle notizie che di giorno in giorno giungono, aumenta o diminuisce disorientandola.
Ma cosa le provoca un così profondo senso di disagio?
Le sensazioni fisiche associate a questi pensieri: un nodo alla gola, il senso di oppressione al petto, la sensazione di dover deglutire ma di avere la gola troppa asciutta per poterlo fare, il cuore che, a volte, sembra battere sempre più velocemente e non vuol saperne di rallentare. La sua é una richiesta di aiuto simile a quella di tante altre persone che vivono situazioni emotivamente molto stressanti.
Le propongo di appoggiare il telefono accanto a sé, attivare il viva voce, mettersi in una posizione comoda e seguirmi… siamo in riva al mare seduti su una grossa pietra levigata dall’incessante movimento dell’acqua e dal vento é tardo pomeriggio ed il sole inizia a scendere sull’orizzonte ad occhi chiusi ascoltiamo il ritmico infrangersi delle onde sulla spiaggia di ciottoli ed il rumoroso risucchio del loro ritirarsi la mente é invasa dalla luce giallo arancio del tramonto e focalizzata sulla percezione della leggera dilatazione delle narici, sul profumo dell’aria che le percorre e scende in gola, sul torace che si espande lievemente e l’addome che si distende… assaporiamo in silenzio, nell’immobilità dei nostri muscoli, la sensazione del nutrimento che l’aria porta ad ogni cellula del corpo e poi, come un palloncino che si sgonfia, l’addome ed il torace si rilassano e l’aria fuoriesce dalla bocca ad ogni espiro le tensioni si allentano sempre un po’ di più fino a quando il fluire dell’aria é un soffio leggero e rimaniamo lì, in silenzio ad assaporare questa sensazione di leggerezza.
Quando riprende il telefono Anna mi dice che, nei prossimi giorni, quando ne sentirà il bisogno, tornerà su quella spiaggia. Ci lasciamo dandoci appuntamento per la settimana successiva per lavorare ancora insieme sulla consapevolezza del respiro e sulla potenza del suo uso.
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